BREVE STORIA DELLA CONGREGAZIONE


La Casa di Cura è di proprietà della Congregazione Suore Infermiere dell’Addolorata di Pisa, Ente morale di Diritto Pontificio (Decreto Pontificio in data 16 Luglio 1954); lo Stato Italiano ha riconosciuto la personalità giuridica della Congregazione con Decreto del Presidente della Repubblica del .31 gennaio 1957 n° 141. A norma delle Costituzioni la Congregazione esercita opere di religione e di culto; e senza fine di lucro, opere di istruzione, educazione, assistenza ospedaliera, opere di assistenza sociale in tutte le sue varie forme, opere di beneficenza rispondenti alle particolari esigenze dei tempi e dei luoghi ove essa è operante, svolgendo sempre un servizio di amore ai fratelli specialmente ai più sofferenti. La Congregazione “Suore dell’Addolorata Serve di Maria” ebbe origine in Pisa il 28 Dicembre 1895 da sette Oblate Ospedaliere di S. Chiara che, con la benedizione dell’Arcivescovo Monsignor Ferdinando Capponi, si staccarono dal Conservatorio annesso all’Ospedale per vivere una autentica vita evangelica in comunione fraterna.

Le Oblate ospedaliere, sorte quasi contemporaneamente all’Ospedale di Pisa, per circa sei secoli avevano goduto la stima della cittadinanza per il calore umano e lo spirito religioso che le animava nella loro dedizione agli ammalati. I fermenti rivoluzionari e antireligiosi che caratterizzarono la seconda metà del secolo scorso, riflettendosi pesantemente su tutte le associazioni cattoliche, coinvolsero anche questa benemerita istituzione e le Oblate divennero oggetto della più accanita opposizione e delle più indebite indigenze da parte dell’amministrazione ospedaliera di stampo liberal massonico.
Per difendere il loro ideale religioso, le sette sorelle uscite dall’ospedale abbracciarono coraggiosamente ogni genere di umiliazioni e di sacrifici e sotto la protezione dell’Ordine dei servi di Maria fondarono la nuova Famiglia religiosa. Stimate angeli di carità per il loro servizio intelligente, premuroso e disinteressato agli ammalati nelle famiglie di ogni ceto sociale, e martiri di sacrificio per la riservatezza, l’umiltà, la perseveranza con cui vissero la dura sofferenza del nuovo inizio, le prime Sorelle attrassero col loro esempio altre giovani generose che ne condivisero gioiosamente la vita e gli ideali.

Già nel 1903 una piccola comunità poté assumere il servizio infermieristico nell’ospedale di Barga ove le suore rimarranno per circa 80 anni.
Nel 1907 altre dieci Oblate, cacciate definitivamente dal Conservatorio, raggiunsero le antiche compagne. La piccola famiglia ebbe così bisogno di una abitazione più grande ove aprì anche la prima clinica chirurgica. Nello stesso anno il nuovo Arcivescovo di Pisa, il cardinale Pietro Maffi, le approvò definitivamente come Congregazione religiosa, consegnò loro le prime Costituzioni e, considerandole sempre come figlie carissime, le accompagnò nel successivo sviluppo.

Dal 1908 al 1915 venne aperta la terza Comunità a Livorno per l’assistenza dei malati a domicilio.
Durante la guerra le Suore furono chiamate all’Ospedale militare di Viareggio; tornarono a Livorno nel 1940 nella vecchia clinica “Villa Tirrena”. Nel 1927, il cardinale Pietro Maffi, pregò le Suore di assumere l’assistenza dei malati nell’Ospedale civile di Cecina per far fronte all’andamento antireligioso della massoneria che vi spadroneggiava. Nel 1933 una piccola comunità prese la direzione della Scuola Materna di Castelvecchio Pascoli e nel 1938 quella di Fornaci di Barga. Nel 1936 la Congregazione uscì dalla Toscana aprendo una seconda clinica chirurgica nella città di La Spezia.
Dopo l’approvazione pontificia del 16 Luglio 1954, le Suore approdarono a Roma e cominciarono a spingere il loro sguardo oltre le frontiere nazionali.
Attualmente la Congregazione è presente in India, nelle Filippine, in Indonesia e in Albania. In Italia le Suore dell’Addolorata si dedicano soprattutto ai malati erogando prestazioni sanitarie in Case di Cura chirurgiche e riabilitative e prestazioni sociali in residenze sociali assistenziali e residenze protette; hanno pure una casa per ferie ed una casa di preghiera.

SCOPO

La Casa di Cura è di proprietà della Congregazione Suore Infermiere dell’Addolorata di Pisa, Ente morale di Diritto Pontificio (Decreto Pontificio in data 16 Luglio 1954); lo Stato Italiano ha riconosciuto la personalità giuridica della Congregazione con Decreto del Presidente della Repubblica del .31 gennaio 1957 n° 141.
A norma delle Costituzioni la Congregazione esercita opere di religione e di culto; e senza fine di lucro, opere di istruzione, educazione, assistenza ospedaliera, opere di assistenza sociale in tutte le sue varie forme, opere di beneficenza rispondenti alle particolari esigenze dei tempi e dei luoghi ove essa è operante, svolgendo sempre un servizio di amore ai fratelli specialmente ai più sofferenti.

MISSIONE

I campi di azione prioritari della Congregazione sono quelli relativi all’erogazione di prestazioni chirurgiche per le discipline di oculistica e chirurgia generale in regime di day surgery, nonché le attività ambulatoriali specialistiche. Al fine di raggiungere tale scopo la Direzione, su mandato del Consiglio della Congregazione, fornisce sistematicamente servizi in grado di soddisfare i requisiti dei pazienti in ambiti regolamentati perseguendo una efficace gestione del sistema qualità e sicurezza delle cure, inclusi i processi relativi al miglioramento continuativo ed alla prevenzione delle non conformità dei servizi forniti.
Per fare ciò la Casa di Cura:
• ha implementato un approccio basato su processi,
• si è dotata di una struttura organizzativa in grado di gestire i processi citati, implementando approcci organizzativi orientati alla sicurezza dei pazienti e degli operatori ( es. figura del clinical risk manager e comitato gestione sinstri)
Le risorse economiche sono ricercate nell’interno dei contratti di collaborazione instaurati con il SSR, ma anche in convenzioni con eventuali assicurazioni private dei pazienti.
A norma delle Costituzioni la Congregazione esercita opere di religione e di culto; e senza fine di lucro, opere di istruzione, educazione, assistenza ospedaliera, opere di assistenza sociale in tutte le sue varie forme, opere di beneficenza rispondenti alle particolari esigenze dei tempi e dei luoghi ove essa è operante, svolgendo sempre un servizio di amore ai fratelli specialmente ai più sofferenti.

UMANIZZAZIONE

Prendersi cura del paziente significa prima di ogni altra cosa creare una rete tra quanti vivono la professione sanitaria alla luce della fraternità e di una cultura del dare, per riportare la persona nella sua globalità al centro dell’interesse dell’arte medica. Il nostro intento è recuperare una visione umanistica della medicina e coniugarla con il progresso tecnologico per una professionalità che punti all’eccellenza. In quest’ottica è necessario uno sforzo continuo ispirato al rispetto del valore e della dignità della vita umana.

L’abilità e lo sforzo nella comunicazione lasciano un segno indelebile nei pazienti, nelle loro famiglie e nei colleghi di lavoro. L’empati, la conoscenza di sè, l’attenzione e la sollecitudine verso l’altro e quindi, anche verso quelli che ci lavorano accanto, deve rappresentare l’abilità principale di ogni operatore.

L’obiettivo è la fraternità come metodologia dove l’esercizio della professione sia inteso come ricerca attiva di soluzioni che nascono dalle proprie idee e competenze in dialogo con gli altri, a vantaggio del prossimo e dell’insieme. Un ulteriore risultato è un innalzamento degli standard di qualità, nella prospettiva di soddisfare il controllo di qualità previsto nei protocolli di valutazione, e un reale benessere per i pazienti e per tutti gli operatori coinvolti nel processo di cura. 

A ciò aggiungiamo:

  • Parità di trattamento, premura, attenzione e umanità a prescindere dalle differenze di sesso, cultura, condizione economica, età, lingua, nazionalità, religione;
  • Ambienti accoglienti, funzionali, puliti e privi di barriere architettoniche;
  • Ogni paziente viene interpellato col proprio nome e cognome e con il “Lei” , salvo situazioni in cui si rischi di non rispettare la privacy; nel qual caso verrà utilizzato un numero precedentemente concordato col paziente;
  • Identificazione, attraverso il cartellini, del personale con il quale il paziente entra in relazione;
  • Possibilità di ricevere la visita del medico di fiducia ed essere seguito da lui durante la degenza mediante il consulto tra questo ed i medici della Casa di Cura;
  • I pazienti in età pediatrica hanno diritto all’assistenza continua da parte di un genitore o altro parente;
  • Gestione del dolore: La Casa di Cura s’impegna per ogni paziente a effettuare un’ appropriata valutazione. Il processo di assistenza prevede l’uso l’uso sistematico di scale di misurazione del dolore utilizzate da parte del personale infermieristico e la prescrizione e monitoraggio della terapia antalgica in tutti decorsi postoperatori;
  • Confort alberghiero attuato dalla disponibilità di camere di degenza con max due posti letto e possibilità di usufruire di camere private. Tutte le camere sono dotate di bagno privato;
  • La consegna immediata dei referti;
  • Il rimborso all’assistito nel caso di mancata effettuazione della prestazione prenotata;
  • La fruizione, in caso di disservizio, dell’esecuzione della prestazione entro il più breve tempo possibile;
  • La prenotazione e la disdetta telefonica delle prestazioni specialistiche;

Via Alessandro Manzoni, 13, 56125 Pisa (PI)

P.Iva : 00245750500 –

Codice identificativo regionale: 090 – 202 – 090231

Autorizzazione all’esercizio (ultima variazione): DN-18/867 del 21/09/2012

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© 2021 – All rights reserved. – Direttore Sanitario Dr. Francesco Lanatà 

Iscritto Ordine dei medici di Pisa al n° 1.963